La positività nella mancanza

La pandemia ha costretto l’Alveare a chiudere per tutelare e proteggere le Apette.
Le bambine e le ragazze, che seguiamo e sosteniamo anche a distanza, hanno affidato le loro emozioni e le loro speranze a un foglio bianco.
Condividiamo con te, che sei parte della famiglia, i loro pensieri. Essi sono il motore della ripartenza dell’Alveare, non appena riaprire sarà possibile e sicuro!

Il lungo periodo di isolamento che abbiamo vissuto, ci ha fatto partecipi dell’esperienza del vuoto e del silenzio. Non vivendo più in Alveare, si sono create in me queste particolari sensazioni che seppur profonde sono così difficili da spiegare.

Credo che il vuoto ed il silenzio debbano far parte della vita in quanto rappresentano due componenti della quotidianità dell’essere umano. Prima del Covid-19, l’uomo era sempre in continuo mutamento, in continuo essere in compagnia, in continua corsa contro il tempo avendo quasi timore della solitudine, perché la solitudine ti costringe a pensare.

Questo periodo ci ha fatto comprendere che l’uomo può sempre ricostruire se stesso e i rapporti con gli altri, prendendosi cura di loro, ma anche avendo cura delle cose che lo circondano, rivalorizzando ciò che si dava per scontato e direi anche per “perduto” nella propria vita.

Forte e profonda è stata la mancanza delle persone e dei luoghi che amo, ma altrettanto forte è stata la capacità di trovare positività in questa mancanza, sulle fondamenta che quelle persone e quei luoghi mi hanno donato.

E.

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